Spalletti: “Ci saranno cambi, Osimhen out. Fino alla matematica tutte battaglie. Tifosi? Va trovata una soluzione”

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L’allenatore del Napoli Luciano Spalletti ha risposto alle domande dei giornalisti in conferenza stampa alla vigilia di Lecce-Napoli.

Per fortuna si gioca subito dopo il Milan.
“Il concetto di infallibilità ce lo avete attribuito voi, noi siamo sempre rimasti umili, sapendo di avere dei difetti come le altre squadre. E’ soltanto stata la bravura dei calciatori a far emergere le migliori qualità che hanno, non vedendo altro con più frequenza, facendoci vincere tutte queste partite. Sappiamo che il Milan è arrivato alla partita col timore di perderla, noi probabilmente con tutti i discorsi che si fanno con la convinzione che potesse essere una gara di riempimento verso la Champions. Questo ha fatto la differenza sulle motivazioni della partita. Dopo aver parlato serenamente di ciò che è successo, sappiamo benissimo che da qui in avanti saranno tutte battaglie difficili da vincere per portare a casa questo Scudetto. Fino a quando ci mancherà un solo punto alla matematica non avremo fatto niente, tutto verrà spazzato via fino a quel punto! Poi c’è pure da allenarsi, parlare di qualche sconfitta, non si può vincere sempre”.

E’ la partita più importante della stagione?
“E’ una partita importantissima, sappiamo come affrontarla, la prestazione che serve in questi casi, dopo una sconfitta, è piena di sostanza. Qualsiasi pensiero deve essere rivolto al bene della squadra, quando vieni fuori da prestazioni mezza e mezza viene qualche dubbio, anche se è eccessivo dirlo. Però ti chiedi perché in altre è andata in un modo ed in questa in un altro. Si deve pensare al compagno, la soluzione a tutto è correre per il compagno, dare situazioni più pulite agli altri, prendersi beghe per risolvere quelle degli altri, ragionando così diventa tutto più facile”.

Quante possibilità di vedere Osimhen convocato per domani e quante per Milano?
“Domani non ci sono possibilità, andiamo alla settimana successiva con la programmazione del lavoro. Per la gara successiva dal punto di vista della programmazione ce ne sono molte, ma bisogna aspettare lo sviluppo pratico del lavoro”.

Per domani pensa a dei cambi?
“Sì, qualcosa verrà cambiato dalla formazione precedente”.

Ha detto che non sa se è un buco o una voragine dopo il Milan.
“La settimana s’è sviluppata nella maniera migliore possibile, ho visto grandi allenamenti, velocità di fraseggio a cui siamo abituati, mi meraviglia sempre, non l’ho mai avuta o poche volte in carriera”.

Raspadori a che punto è? E’ nelle condizioni di fare già una staffetta con Simeone?
“Non manca niente, è un’opzione a tutti gli effetti, è nelle condizioni di poter essere scelto, è un percorso programmato dandogli tutta la disponibilità possibile e ci sono stati comunque 20 minuti nell’ultima partita per completare l’inserimento”.

Clima surreale intorno alla squadra, quanto vi arriva dentro al campo? Resta qualcosa nella testa?
“La sintesi è che quel clima venuto fuori in quella partita non ci aiuta, poi non so pesarlo. Ma dobbiamo essere disposti a tutto, come si è detto, per arrivare in fondo al traguardo. Dobbiamo essere disposti a corrodere noi stessi per qualsiasi cosa, senza tifosi non si può stare, ho ridetto pure però che chi usa il calcio per fare casino deve stare a casa. Se vogliamo che il tutto per lei non sia solo uno slogan è chiaro che dobbiamo essere tutti disponibili a tendere la mano per un punto di incontro. Io penso che per la bellezza di questo traguardo si debba trovare una soluzione. Noi abbiamo una tifoseria leggendaria nel mondo, una capitale del calcio nel mondo, per la bellezza dello stadio pieno a Empoli, Sassuolo, Torino, l’amore per il Napoli, dico che è un peccato non sfruttare queste situazioni e non avere ancora più forza per combattere gli avversari e lottare su ogni avversario”.

Colpito dalla doppia atmosfera, festa in città e clima opposto nello stadio?
“Certo, si parla e si entra nel pratico. Quello che succede in città o pensate voi… sono rimasto l’ultimo samurai si è scritto, quindi sono l’ultimo a pensare che non si è vinto ancora. Servono ancora 5 vittorie, 15 punti, ma si fanno… (ride, ndr), io sono da anni dietro il pallone che ruzzola, so bene che spesso lo fa bene, ma talvolta prende la buchettina e ruzzola male fino a quando non la colpisci e la rimetti in linea. Alla squadra gli parlo in questa direzione e la squadra lo sa bene, Di Lorenzo l’altra mattina dopo di me ci ha messo due frasi da capitano ed in questa direzione: il lavoro va completato, la sconfitta dell’altra sera ci dice questo. Noi siamo convinti e non stiamo dietro a tutto ciò che si dice, mancano 5 vittorie poi ognuno può dire ciò che vuole: chi ti vuole male dice non lo vincono più, altri dicono l’hanno già vinto”.

Cosa si attende dal Lecce? Viene da 5 ko di fila.
“La squadra sa bene le difficoltà, il Lecce è allenato benissimo, sta benissimo in campo, ha subito sconfitte in sequenza ma per episodi, non sono state sconfitte meritate ed hanno vinto contro grandissime squadre in cui s’è vista la loro idea di calcio totale, pressando, ribaltando subito l’azione, tornando subito dietro la linea della palla. L’ambiente è innamorato del calcio, c’è passione infinita, poi se loro hanno una posizione di classifica diversa dalla nostra è perché ci sono dei valori e se sei bravi a farli vedere in campo probabilmente è una gara possibile, se invece sei convinto che sia una gara di riempimento verso altre più importanti fai come l’altra sera con avversari che passano nel nostro recinto senza aggressione”.

Come lavora sulla testa per evitare quello che dice?
“Abbiamo parlato già la mattina dopo, gliel’ho detto, ha parlato anche Di Lorenzo. Ci siamo arrivati con motivazioni diverse dalle loro, hanno fatto vedere i campioni d’Italia, noi non abbiamo fatto vedere di essere la capolista con merito per quanto sviluppato, non s’è vista riaggressione dopo la palla persa di Zielinski, hanno avuto campo libero, si sono perse delle linee guide che sono fondamentali per noi”.

Sugli episodi di Torino verso Lukaku.
“E’ una materia da approfondire bene, dobbiamo essere convinti della soluzione, dico soltanto che è un dispiacere vedere queste cose nei nostri stadi e che se vogliamo essere all’altezza del calcio europeo bisogna cambiare qualcosa. Pure nel festeggiare quando si vince, nelle prime pagine dipende cosa si mette, ci sono anche un po’ di provocazioni, bisognerebbe stare tutti un po’ più attenti ai comportamenti e poi mettere su delle regole attuate e far pagare le conseguenze, si passa da lì”.

Juan Jesus ha rinnovato, si fa sempre trovare pronto, può esserci anche lui tra i cambi?
“Possono esserci tutti, io cito anche Ostigard che si allena in maniera splendida, ha caratteristiche secondo me differenti da altri ma un calciatore concreto, sano mentalmente, muscolarmente, viene sempre con la stessa voglia, lotta su tutti i palloni, sono tutti nelle condizioni di essere scelti”.

Pure ADL ha detto a furia di ripetere che è vinto, ce la tiriamo da soli.
“Io non commento quello che ha detto ADL, è il presidente, io non so se l’ho detto come lui o lui come me (ride, ndr), io la penso così. Noi abbiamo ancora del lavoro da fare, lottare su ogni pallone, siamo fortissimi ma per essere tali servono comportamenti forti, se usi quelli deboli non viene fuori il tuo livello”.

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