Verso Napoli-Sampdoria, i blucerchiati ai raggi x

Una calma apparente regna alla Sampdoria. Sino alla fine di settembre la cordata estera (composta da Jamie Dinan, Alex Knaster) coordinata da Gianluca Vialli ha l’esclusiva per l’acquisizione della società, ma finora non c’è stato il closing. Entro venerdì dovrebbe essere presentata un’offerta nuova, ma soprattutto, definitiva che si aggirerebbe intorno agli 85/88 milioni, quindi, distante 7/10 dalla richiesta di Massimo Ferrero. Non è neppure chiaro se il patron vuole effettivamente cedere la compagine (pur avendo bisogno di liquidità per sopperire alle perdite di altri propri asset), ma questo clima di incertezza sta condizionando l’aspetto sportivo come ha ammesso anche mister Eusebio Di Francesco dopo la pesante sconfitta (4–1) in casa del Sassuolo (“Sicuramente la poca chiarezza sul futuro del club non aiuta. E’ fondamentale capire da che parte dobbiamo andare, in modo da iniziare a lavorare per bene”). È stato il secondo risultato negativo in altrettanti incontri per i blucerchiati che, in entrambi, i casi si sono sciolti come neve al sole dopo aver subito il primo gol vanificando cosi anche i precedenti sprazzi di buon gioco. Dopo l’infausto esordio con la Lazio (0–3), il tecnico aveva chiesto rinforzi che garantissero maggiore fisicità, ma non sono arrivati ed in un vertice con il presidente, il direttore sportivo Carlo Osti ed il responsabile dell’area scouting Riccardo Pecini, l’allenatore ha ribadito la propria insoddisfazione per quanto non è stato fatto sul mercato. Nelle ultime ore, infatti, sono stati tesserati solo il portiere Andrea Seculin (classe 1990), il difensore brasiliano Kaique Rocha Lima (classe 2001) e l’attaccante Emiliano Ariel Rigoni (classe 1993). Il primo farà da riserva ad Emil Audero (chiamato a confermarsi dopo la positiva prima stagione da titolare in serie A), il secondo farà la spola tra la primavera e la prima squadra, il terzo integrerà il reparto offensivo (soprattutto sugli esterni) anche se le cifre (12 presenze e 3 reti) del suo breve periodo (da agosto 2018 a gennaio 2019) all’Atalanta non inducono all’ottimismo, specie i tifosi che sono “stanchi, delusi” da questa proprietà e s’aspettavano un inizio di campionato migliore: ha subito 7 reti in 2 gare come non accadeva dall’edizione 1963/64. Numeri impietosi che non sono colpa solo della difesa (privata del danese Joachim Andersen ceduto all’Olympique Lione generando una corposa plusvalenza), ma dell’intera formazione che non ha ancora una sua fisionomia come dimostrato dai 3 diversi giocatori schierati titolari tra la prima (Karol Linetty, Manolo Gabbiadini, Gianluca Caprari) e la seconda partita (Jakub Jankto, Gaston Ramirez, Mehdi Leris). Soprattutto a centrocampo ed in attacco il mister non ha ancora individuato gli uomini che possano eseguire alla perfezione i suoi schemi. D’altronde sono in questi reparti le differenze con il suo predecessore Marco Giampaolo che puntava sulle 2 punte, sul rombo in mediana ed azioni costruite e sviluppate soprattutto centralmente. Di Francesco preferisce, invece, due linee da 3 sfruttando le fasce, ma proprio come nella scorsa esperienza a Roma, non ha tanti elementi con le caratteristiche necessarie al suo modulo e, quindi, potrebbe essere costretto a cambiarlo, virando sul 4–2–3–1 (usato anche con i giallorossi), puntando sull’insolito (per lui e per il team) 3–4–3 oppure sul 4–3–1–2 che è più nelle corde di questa rosa nelle cui fila ci sono quasi tutti i big (eccetto Andersen, Dennis Praet, Gregoire Defrel) dello scorso anno. Sono state ridotte le alternative affidabili, sicure a cui sono state affiancate altre tutte da scoprire, con gli stranieri che devono ambientarsi nel calcio italiano. Tutto questo non è assolutamente facile in una Sampdoria dove regna una calma apparente

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