
Quel lontano 3 maggio non si giocava Roma Napoli. Quel lontano 3 maggio a giocare era solo il Napoli. Una finale che si era conquistato come i colleghi della Fiorentina. Quel giorno in palio c’era una Coppa. Un trofeo che arricchisce chi lo vince, che conferisce prestigio al palmarès. Solo questa doveva essere Fiorentina Napoli del 3 maggio 2014. Ed invece, la finale di Coppa Italia, ha innescato qualcosa di molto pericoloso. Gli eventi di cronaca nera, che hanno visto la morte di un tifoso napoletano, Ciro Esposito, per mano di un tifoso romanista, Daniele De Santis, hanno segnato una pagina di storia da dimenticare. Una pagina che non parla di sport.
Eppure Napoli Roma è una partita di calcio, una di quelle, però, che non avrà i supporters della squadra avversaria. La decisione era prevedibile: vietata la trasferta ai tifosi giallorossi, biglietti acquistabili solo da chi risiede in Campania. Una decisione che è l’emblema di un sistema che troppo spesso, pur di evitare di risolvere, distrugge. Non è prevenzione, è mancanza di soluzioni. Le stesse che non furono adottate il 3 maggio.
Ed è così che la prima sfida tra la squadra di Benitez e quella di Garcia, in questa stagione, rischia di diventare una gara a sè, che poco a che fare con un campionato in cui la Roma si gode, per ora, la vetta. Eppure, se proprio vogliamo ragionarci un po’ su, questa rimane una sfida affascinante, un derby tra due città così vicine e così simili. Tre scudetti per i giallorossi, due per gli azzurri. Una volta gemelle con due tifoserie famose per il loro calore; due allenatori tanto diversi quanto bravi: Benitez il veterano, la sorpresa.
Una classifica che vedrà gli ospiti di casa partire favoriti, ma il risultato è tutt’altro che scontato. Perchè in palio c’è tanto, l’orgoglio partenopeo di battere la prima della classe, la voglia degli azzurri di dimostrare che la partenza sbagliata può essere dimenticata. Tutto in una gara per riconquistare i tifosi, quelli che torneranno numerosi allo stadio. Dinanzi, però, c’è una Roma assetata di vittorie, una Roma che difficilmente sbaglia. Totti e compagni marciano a velocità massima, per regalare al proprio allenatore Garcia, uno scudetto che il tecnico francese dice già di aver in tasca.
E che allora la guerra inizi. Ma una guerra sportiva, all’insegna del rispetto e della cultura calcistica, proprio come Benitez ha ricordato in conferenza stampa alla vigilia del match. “Il modo migliore per onorare Ciro sarà quello di giocare, di regalare un bello spettacolo ai tifosi”, le parole di Rafa. Immediato l’eco di Rudi: “Il calcio sia una festa”.
Un match, novanta minuti, due squadre, i punti in palio, il rispetto e la festa. Per Ciro, per i tifosi che ci saranno e per quelli che saranno lontani. Tutto affinchè Napoli – Roma torni ad essere solo una partita di calcio.
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