
Non è sempre tenera la storia dei “figli di”. Tra i tanti “figli di” della musica c’è Cristiano De Andrè, che nel 1993 regalò a Sanremo una perla della musica leggera italiana. Il Napoli è figlio della propria storia, ingombrante, profonda ed ispiratrice che lo stesso grande Faber ha guardato con ammirazione. Sembra una banalità ma, in fondo, la squadra che tutti oggi possono ammirare è figlia della squadra di Mertens, Koulibaly e Insigne, che è figlia di quella di Cavani, Hamsik e Lavezzi, e così via. Ed è proprio questa storia che stasera, comoda e vigile, attende dietro la porta di casa del Napoli, lo Stadio Diego Armando Maradona.
A rendere unica questa storia, inoltre, è il come essa riesca a fondersi e confondersi -da sempre- con quella della propria città. A Napoli tutto nasce dalle stesse immagini, delle stesse tradizioni, della stessa Sirena e dallo stesso innamorarsi perpetuamente per la prima volta. Questo Napoli è una rappresentazione limpida di Napoli ed è impossibile stasera non cedere al tremare di ogni muscolo e di ogni organo vitale.
Altrettanto impossibile è non cedere a divagazione celebrative, ma bisogna provarci. D’altronde, c’è un tempo per tutto e quello dei festeggiamenti non è ancora arrivato. Questo è il tempo dei nervi a fior di pelle, delle pupille dilatate dalla concentrazione e della lava incandescente dei vulcani in eruzione.
E’ il tempo di raffreddare le emozioni con la logica. La partita di andata a Francoforte ha mostrato un Napoli nettamente superiore al proprio avversario. Un Napoli che si è mangiato la partita senza fretta, un pezzo alla volta, attraverso i concetti che è solito mettere sul terreno di gioco. Il risultato poteva -doveva- essere ancora più largo ed è proprio a partire da questo semplice aspetto che Di Lorenzo e compagni devono maturare l’atteggiamento giusto, fatto solo di calcio e fibre nervose.
Oggi, secondo il calendario romano, ricadono le idi di marzo, data in cui avvenne la tragica morte di Giulio Cesare. E’ da quasi un anno che, secondo il racconto mainstream del campionato italiano, ogni mese sembra essere quello giusto per vedere la caduta del Napoli per mano di congiure, disfatte apocalittiche e tanto altro. Così, ogni mese, Luciano Spalletti ed i suoi ragazzi sono riusciti a sovvertire questi agognati pronostici. Stasera tutto il popolo napoletano ha l’occasione della vita: trasformare una volta per tutte le idi in giardini, i giardini di marzo da attraversare uno alla volta con tranquillità e consapevolezza, fino al prato fiorito più bello dove potersi finalmente riposare ed osservare il cielo azzurro con il cuore stracolmo di sogni.
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