
Quando Antonio Conte è on fire come è apparso nella conferenza stampa della vigilia, c’è da stare tranquilli: la squadra recepirà la sua carica e saprà trasmettere sul campo tutta l’adrenalina necessaria per provare a vincere la partita.
Una parolina per gli arbitri, una per i giornalisti, una per gli avversari e il forte orgoglio di rivendicare i suoi ragazzi ancora davanti a tutti nonostante le tante difficoltà, sono la giusta premessa per rituffarsi affamati e arrabbiati nell’atmosfera di Champions.
Non siamo al dentro o fuori ma poco ci manca. La sfida con l’Eintracht Francoforte non ammette molte alternative alla vittoria se il Napoli vuole legittimamente coltivare le ambizioni di un percorso europeo di livello, soprattutto dopo i due ko nelle prime tre giornate.
I tedeschi hanno avuto fin qui un percorso abbastanza contraddittorio: 5 gol rifilati al Galatasaray all’esordio e poi due cinquine incassate contro Atletico Madrid e Liverpool.
Antonio Conte è un abile stratega e saprà inventarsi qualcosa per sorprendere i suoi avversari: d’altronde Winston Churchill insegnava che i tedeschi sono i più precisi al mondo nella preparazione e pianificazione ma altrettanto incapaci di improvvisare quando il loro piano originario fallisce. Il Napoli dovrà essere bravo ad aggredire da subito gli avversari che hanno dimostrato una certa fragilità psicologica soprattutto quando vanno sotto nel punteggio.
I ragazzi di Dino Toppmöller (figlio di Klaus che alla guida del Leverkusen perse la finale di Champions contro il Real Madrid di Zidane nel 2002) non sono peraltro nel miglior momento di forma: in questa settimana sono stati eliminati dalla coppa di Germania dal Borussia Dortmund (ai rigori) e hanno rimediato uno striminzìto pareggio contro l’ultima della classe Heidenehim dopo essere andati sotto nel primo tempo, che li ha relegati all’ottavo posto in classifica a distanza già siderale dall’inarrestabile Bayern Monaco ( -13). In più nell’ultima sfida si è infortunato il miglior giocatore dell’Eintracht sin qui, il gioiellino turco Can Uzun, sei gol e quattro assist in stagione.
Töppmoller dovrà pertanto affidarsi in attacco all’eroe del Mondiale 2014 Mario Gotze e a Burkardt in un modulo che varia tra il 3-4-1-2 e un 4-2-3-1 dove l’ex Bologna Theate è il leader della difesa.
L’Eintracht ha in comune con il Napoli un sontuoso mercato in uscita nelle due ultime sessioni: così come gli azzurri con Kvara e Osimhen, i tedeschi hanno venduto Marmoush al City per 80 milioni a gennaio e Ekitike al Liverpool per 91 milioni in estate ma non sembra che siano stati in grado di investire al meglio il malloppo incassato. Proprio Victor Osimhen fu l’incubo dei tedeschi nel precedente di tre anni fa, quando tra andata e ritorno con tre gol lanciò il Napoli ai quarti di finale ed oggi il Napoli è alla ricerca di messaggi importanti dal reparto offensivo che, in particolare dagli esterni, sta ottenendo pochi aiuti in zona-gol.
Il Napoli ripartirà dal 4-3-3 con qualche dubbio sugli interpreti. Lobotka dovrebbe tornare in cabina di regia, considerando anche gli acciacchi di Gilmour, Gutierrez potrebbe rimpiazzare Spinazzola a sinistra. Per il resto le solite certezze in mezzo al campo con Anguissa e Mctominay chiamati agli straordinari e con l’auspicio che Rasmus Höjlund abbia ritrovato un po’ di brillantezza per fare la differenza con la lenta difesa tedesca. È vero che mancherà la catapulta magica di De Bruyne ma nella notte di Champions al Maradona contro lo Sporting Lisbona il centravanti danese ha già dimostrato quanto sia in grado di fare la differenza sul palcoscenico internazionale.
Il resto dovrà farlo anche il pubblico che nelle notti di Champions ha spesso dimostrato di essere un fattore determinante. Va bene che “i tedeschi temono Dio ma nient’altro al mondo” come diceva Bismark, ma l’urlo del Maradona è qualcosa da provare sulla propria pelle.



