
Un bel punto, e a capo.
Lo avevamo previsto e così è stato, un match tosto, sofferto, combattuto che ha confermato la crescita esponenziale del Como, ma che può essere accolto con discreta soddisfazione e pochi rimpianti anche dal Napoli.
Dopo quattro vittorie consecutive al Maradona, cinque considerando anche la Champions, un pareggio rientra nell’ordine naturale delle cose, sopratutto se ottenuto contro una squadra che si è confermata particolarmente ostica per il modo di giocare degli uomini di Conte.
I ragazzi di Fabregas, soprattutto nel primo tempo, hanno pressato il Napoli molto in alto, recuperando subito il pallone e dando vita al consueto tiki-taka in salsa catalana. Gli azzurri hanno rinunciato invece a pressare gli avversari aspettandoli con un blocco molto basso e con l’intento di provare a ripartire. Purtroppo le armi da contropiede sono risultate piuttosto spuntate: Højlund è apparso ancora in condizioni non ottimali ma sono mancati, in assenza del tocco geniale di Kevin De Bruyne, dei veri e propri rifornimenti per il centravanti azzurro.
Non era facile, in ogni caso, provare a ripartire velocemente una volta recuperato il possesso palla perché Fabregas, sarà anche di scuola spagnola, ma ha imparato il “meglio” dell’ ostruzionismo di casa nostra, indottrinando i suoi sulla tecnica dello stramazzare al suolo esanimi dopo aver perso il pallone per indurre l’arbitro – pessimo anche sabato sera non solo per aver consentito ciò ma anche per gestione di falli, cartellini e recupero – a fermare il gioco.
Ci ha pensato, come a Lecce, Vanja Milinkovic Savic a tenere in piedi la baracca, regalando a Conte il secondo rigore parato consecutivo (anche se qui una sua uscita in ritardo lo aveva causato) ed il secondo Clean Sheet consecutivo. Siamo a tre rigori fischiati contro nelle ultime tre partite dopo quello concesso su Di Lorenzo: puro dato statistico, si intende…
Una delle migliori notizie della serata è stata la prova della difesa, sempre attenta e concentrata al netto dell’episodio del rigore. Infatti il Como oltre all’errore di Morata non si è praticamente mai resto pericoloso, rendendo sterile il lungo fraseggio ed il possesso palla. La mossa di Conte di piazzare Gilmour sulle tracce di Nico Paz ha spento le velleità artistiche dell’argentino e limitato la capacità offensiva dei lariani. Benissimo Amir Rrahmani al suo rientro e bene anche Buongiorno, mentre Giovanni Di Lorenzo ha sofferto molto la verve di Diao.
Oltre al capitano, sono apparsi in difficoltà soprattutto fisica anche Politano e Spinazzola, non a caso gli uomini più “sfruttati” da Conte in questa prima parte di stagione: sarebbe il caso di fargli tirare un po’ il fiato (il terzino umbro si è fermato all’intervallo per un problemino speriamo non serio) ma gli impegni si susseguono e non sarà facile rinunziare a dei “titolarissimi”.
Un buon contributo dalla panchina lo hanno offerto Elmas e Gutierrez ed anche il rientro di Stan Lobotka va ascritto alle note liete della serata che in fin dei conti spingono Conte a vedere il bicchiere mezzo pieno: dopo la catastrofe di Eindhoven (che seguiva il brutto ko di Torino), sette punti tra Inter, Lecce e Como sono una buona cura ricostituente.
Il Napoli però, pur tra tante difficoltà, dovrà necessariamente trovare una migliore qualità di gioco ed una maggiore personalità soprattutto in casa: nella prima mezzora la squadra ha praticamente rinunciato a giocare e solo nel finale si è intravista la voglia di provare a vincere la partita, complice anche il calo degli avversari. De Bruyne mancherà a lungo, gli esterni sono più da corsa e scatti che da invenzione ed il centrocampo è fatto da assalitori e non da assist-man: il problema degli approvvigionamenti per le punte diventa lo snodo cruciale per il futuro offensivo del Napoli e Conte dovrà essere bravo a trovare le soluzioni.
L’obbligato ritorno al 4-3-3 deve dare certezze agli azzurri ma “bisogna tornare sui passi già dati per ripeterli e per tracciarvi a fianco nuovi cammini”.
Testa alla Champions che incombe, poi a cavallo della sosta Bologna, Atalanta, Roma e Juventus diranno un po’ di cose sul futuro dello scudetto che brilla sulle maglie azzurre
(fonte della foto: sscnapoli.it)



