
Ci sono luoghi che inevitabilmente segnano la storia, il percorso dell’anima e delle emozioni di un popolo. Il City of Manchester Stadium, meno prosaicamente noto come Ethiad Stadium, non avrà il fascino di Anfield e dell’Old Trafford o la maestosità di Wembley, eppure ai cuori azzurri ricorda un’irresistibile galoppata di Christian Maggio e un diagonale vincente del Matador Cavani, che battezzarono il ritorno del Napoli nella massima competizione europea, ventuno anni dopo gli infausti rigori di Mosca.
Era Il 14 settembre 2011 e per il Napoli dei “titolarissimi” di Walter Mazzarri, fu la notte del definitivo riscatto di chi aveva subito gli anni del fallimento e della risalita dalla C. Quella banda di pirati azzurri finì per eliminare la squadra di Mancini (che di lì a poco sarebbe ritornata a trionfare in Premier dopo 44 anni di digiuno) arrendendosi poi solo ai supplementari al Chelsea di Di Matteo e Drogba (occhiolino ad Aronica incluso), poi campione.
Quattordici anni dopo, giorno più giorno meno, il Napoli ritorna a Manchester ( in realtà c’era già ritornato, perdendo di misura, ai tempi di Sarri) con la voglia di scrivere un’altra pagina di storia: stavolta gli azzurri hanno nel cuore e nella testa il desiderio di dimostrare ai più forti di essere in Champions non solo per partecipare, ma per competere fino in fondo.
Tra il dire e il fare, ovviamente, c’è di mezzo la Manica e non solo. Il derby di Manchester (3-0), al netto degli ormai atavici disastri dello United – che Partenope non finirà mai di ringraziare per gli “esuberi” McTominay e Hojlund – ha riportato il sorriso sul volto di Pep Guardiola dopo i due ko consecutivi contro Brighton e Tottenham.
Il City è reduce da una stagione deludente ma gli innesti dell’ex milanista Tijjani Reijnders e di Gigio Donnarumma hanno consentito a Guardiola di tamponare l’addio di De Bruyne e di rinforzare uno dei punti deboli della squadra con il più forte portiere del mondo.
Inutile dire che la garanzia di successo per Pep resta il fenomeno norvegese che non conosce tregua: chiedere a Buongiorno e compagni di annullare Erling Haaland è forse troppo, ma il centrocampo del Napoli dovrà in tutti i modi cercare di limitare i rifornimenti per l’implacabile cecchino che continua a pasteggiare con la media di più di un gol a partita.
Gran parte delle speranze del City di ritornare ai fasti delle stagioni passate risiede nel recupero ai massimi livelli del Pallone d’Oro Rodri dopo il grave infortunio ed anche di Foden che è apparso in gran spolvero nel derby di domenica.
Con lo United ha impressionato anche il belga Doku che con Bernardo Silva costituisce una coppia di esterni che ha pochi eguali in giro per l’Europa.
Cosa dovrà fare dunque il Napoli per uscire indenne ( e non solo…) da Ethiad?
Secondo Arrigo Sacchi, colui che ha portato il calcio italiano a dare spettacolo in Europa, “il Napoli pressa in zona offensiva e non si spaventa di fronte a nessun avversario. Mi aspetto che non lo faccia nemmeno a Manchester”. Speriamo che il guru di Fusignano abbia ragione e che Anguissa, McTominay, Politano e Lobotka su tutti sappiano elevare il Napoli ai ritmi forsennati della Premier cui purtroppo non siamo abituati.
Per capitan Di Lorenzo e Olivera o Spinazzola si prospetta una serata di grande sofferenza, soprattutto se il giro palla di Guardiola sarà capace di aprire spazi per le ali del City, veloci e tecniche. Ad Hojlund spetterà il compito di punire le distrazioni di Gvardiol e Rubén Dias, non irreprensibili soprattuto se presi in velocità.
Conte contro Guardiola è uno dei duelli in panchina più affascinanti che il calcio europeo può offrire, eppure quelli che sembravano due stili di gioco opposti, si stanno lentamente avvicinando nelle stagioni della maturità: Antonio con il Napoli 2.0 sta cercando una manovra più ariosa pur sempre nel mezzo di un’aggressione organizzata a tutto campo, Pep sembra sempre meno integralista nel tiki-taka che fu, non disegnando qualche improvvisa verticalizzazione di scuola italiana.
In ogni caso però quella di domani sarà senza alcun dubbio la notte di Kevin De Bruyne, che dovrà essere bravo sopratutto a gestire le emozioni del ritorno a casa.
Non è difficile immaginare un’accoglienza da brividi per l’uomo da 422 partite, 108 gol e 170 assist (6 Premier, 1 Champions, 1 Mondiale per Club, 1 Supercoppa, 2 FA Cup etc etc) che ha incantato per oltre 10 anni la sponda blues di Manchester.
Nell’eventualità, i tifosi napoletani sarebbero pronti a comprendere e perdonare Kevin se dovesse evitare di esultare dopo un gol decisivo: gli inglesi sono un popolo di libertà, ma gli allievi del Professor Gennaro Bellavista sapranno spiegare sin nella perfida Albione che un popolo d’amore non teme nessuno.
E allora stretti, impavidi e con il cuore in gola si va con Luigino il Poeta: “Siamo angeli con un’ala soltanto e possiamo volare solo restando abbracciati”.



