Lecce-Napoli: la colonna sonora prepartita

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Abituarsi a stare bene può atrofizzare sensi ed emozioni. C’è bisogno di dolore per riconoscersi, per risvegliarsi. La scorsa domenica il Napoli ha vissuto il momento più basso della propria stagione, coinciso con la sconfitta casalinga contro il Milan per quattro reti a zero e, soprattutto, con uno sciopero del tifo il cui silenzio ancora rimbomba nelle teste dei tifosi che hanno assistito alla partita dagli spalti e da casa. Sembra un paradosso, in quanto il Napoli ha fatto una stagione, fino ad ora, talmente bella che risulta complesso per chiunque parlarne in termini negativi. Eppure è così, ed il motivo è semplice. Il Napoli non può prescindere da Napoli e dai napoletani, così come un sogno non può esistere senza sognatori, così come l’amore non può esistere senza dolore.

Luciano Spalletti in conferenza stampa ha usato la parola impronunciabile per far capire ciò verso cui si sta andando in contro. Cinque vittorie e sarà scudetto. E’ stato un viaggio controcorrente, una guerra contro i mulini a vento, un percorso inimmaginabile inizialmente ma che, per come si è sviluppato partita dopo partita, appare oggi in una forma chiara ma non del tutto completa, scolpita nel segno del merito e della giustizia. Adesso serve l’ultimo sforzo, l’ultimo granello di follia per rendere tutto, finalmente, tangibile.

Il primo ostacolo da superare si chiama Lecce. La squadra ben allenata da Barone è ostica per il suo modo di stare in campo e di interpretare la partita, inoltre è stata una delle poche ad aver già messo in difficoltà il Napoli in campionato. All’andata, infatti, un eurogol di Colombo sancì la rete di un pareggio che, per certi versi, poteva andare stretto ai salentini. Oggi, però, è tutto diverso. Oggi il Napoli è una squadra consapevole della propria bellezza e, per fortuna, anche delle proprie fragilità. E’ lecito pensare, complici le parole del mister azzurro, che ci saranno dei cambi nella formazione titolare. In tanti scalpitano: Elmas, Raspadori, Lozano, Ndombele, Ostigard, Juan Jesus. Ognuno ha le motivazioni e le caratteristiche giuste per risultare decisivo. Chissà a chi si affiderà Spalletti per difendersi dalle forze contrarie. 

La cosa più importante, in ogni caso, è trovare la soluzione. Che sia a Lecce, tra le mura del Maradona, o nel posto più sperduto sulla faccia della terra, la squadra con la maglia colorata di cielo ha bisogno del sostegno del popolo di cui è parte integrante. Napoli non può stare troppo tempo lontano da casa.

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