Il borsino azzurro alla terza sosta stagionale

Alle porte della terza sosta stagionale la serie A si ferma per lasciare spazio alle Nazionali. Cogliamo al balzo questo break per analizzare nello specifico il percorso del Napoli fino ad ora. Si parte dalle statistiche individuali, quali gol e assist; per poi passare ad analizzare “azzurro per azzurro” le prestazioni dei componenti del team guidato da mister Carletto Ancelotti. Sono 16 i match totali disputati dagli azzurri, tra cui 12 giornate di Serie A e 4 turni di Champions League. Mentre la campagna europea può essere considerata positiva, guardando il secondo posto e gli ottavi ad un passo, diametralmente opposta è la situazione in campionato, dove il settimo posto in classifica grida vendetta.

I marcatori

7 gol: Mertens (4 in Serie A: Fiorentina, Sampdoria x2, Brescia; 3 in Champions: Liverpool, Salisburgo x2).

5 gol: Milik (tutti in Serie A: Hellas Verona x2, Spal, Atalanta, Roma).

4 gol: Insigne (3 in Serie A: Fiorentina x2, Lecce; uno in Champions: Salisburgo).

3 gol: Llorente (2 in Serie A: Lecce x2; uno in Champions: Liverpool).

2 gol: Manolas (tutti in Serie A: Juventus, Brescia); Lozano (Serie A: Juventus; Champions: Salisburgo).

Un gol: Callejón (Serie A: Fiorentina); Di Lorenzo (Serie A: Juventus); Fábian Ruiz (Serie A: Lecce); Maksimovic (Serie A: Brescia).

Gli assist man

5 assist: Insigne (Serie A: Fiorentina x2, Lecce, Hellas Verona; Champions: Salisburgo)

4 assist: Callejón (Serie A: Fiorentina, Juventus, Brescia, Atalanta; Champions: Salisburgo)

2 assist: Fábian Ruiz (Serie A: Hellas Verona, Atalanta)

Un assist: Mertens (Champions League: Salisburgo); Mário Rui (Serie A: Juventus); Maksimovic (Serie A: Brescia); Di Lorenzo (Serie A: Sampdoria); Allan (Serie A: Spal); Zielinski (Serie A: Juventus); Llorente (Serie A: Sampdoria); Lozano (Serie A: Roma); Malcuit (Champions: Salisburgo).

Autorete a sfavore: Koulibaly (Juventus).

Partite disputate 12 in campionato e 4 in Champions League. Bilancio in campionato: gol fatti 21 (5° attacco), gol subiti 15 (settima miglior difesa). Bilancio in Champions: gol fatti 6, gol subiti 3 (quarta miglior difesa del torneo).

Fiorentina-Napoli 3-4 (Pulgar, Mertens, Insigne, Milenkovic, Callejon, Boateng, Insigne)
Juventus-Napoli 4-3 (Danilo, Higuain, Cristiano Ronaldo, Manolas, Lozano, Di Lorenzo, autorete Koulibaly) 
Napoli-Sampdoria 2-0 (2 Mertens)
Napoli-Liverpool 2-0 (Mertens, Llorente) 
Lecce-Napoli 1-4 (2 Llorente, Insigne e Fabiàn)
Napoli-Cagliari 0-1 (Castro)  
Napoli-Brescia 2-1 (Mertens, Manolas, Balotelli) 
Genk-Napoli 0-0
Torino-Napoli 0-0
Napoli-Verona 2-0
Salisburgo-Napoli 2-3 (Mertens, Haaland, Mertens, Haaland, Insigne)
Spal-Napoli 1-1 (Milik, Kurtic)
Napoli-Atalanta 2-2 (Maksimovic, Freuler, Milik, Ilicic)
Roma-Napoli 2-1 (Zaniolo, Veretout, Milik)
Napoli-Salisburgo 1-1 (Haaland, Lozano)
Napoli-Genoa 0-0

Azzurro per azzurro

Meret. Protagonista indiscusso della stagione degli azzurri. Poche sbavature che infondono una notevole sicurezza ad un intero reparto che spesso si lascia sorprendere dalle imbucate degli avversari. Tutto ciò è dimostrato dai soli 3 clean sheet in campionato. La Nazionale è il premio meritato per il portiere ex Spal. La sua crescita è evidente a tal punto da insidiare la titolarità di Donnarumma, saranno riflessioni che occuperanno il tempo del c.t. Mancini. Nel complesso ha giocato 1.080 minuti sporcate da 15 reti subite.

Ospina. Lo scarso minutaggio (solo 360 i minuti giocati) potrebbero creare dei problemi per la sua convocazione in Nazionale e il c.t. Queiroz ci pensa. Nelle 4 partite disputate, solo nella gara interna con il Genoa riesce a conservare la porta inviolata. Sembra soffrire le poche occasioni concesse.

Karnezis. Per lui non ci sono state occasioni di sporcarsi i guantoni. Vicino alla cessione in estate, poi sfumata per non aver trovato destinazioni adeguate. Svolge ormai il ruolo di terzo portiere.

Koulibaly. Il pilastro degli ultimi anni ha mostrato delle crepe e di conseguenza tutta la struttura traballa. L’arrivo posticipato dopo le fatiche della Coppa d’Africa e il conseguente ritardo di condizione non possono essere completamente una scusante. Le reti incassate sono troppe e, oltre il demerito di un intero reparto, questa stagione è stata anche colpa sua. Il bilancio fino ad ora è di un’espulsione contro il Cagliari, con conseguente squalifica di due turni e un giallo contro l’Hellas e un autogol nel big match con la Juve. Nel complesso disputa 1.212 minuti senza aver trovato ancora la via della rete.

Manolas. L’innesto che avrebbe dovuto sistemare la difesa non ha sortito completamente i suoi effetti, complici i soliti acciacchi che lo accompagnano dai tempi romani. Si conferma difensore goleador, grazie alle sue abilità di incursore soprattutto sulle palle inattive (chiedere a Juventus e Brescia). I minuti giocati sono 785 accompagnati da 2 gol e un giallo.

Maksimovic. Non è il titolare ma ha giocato spesso dal primo minuto per sopperire le assenze delle prime file. Anche per lui qualche problemino ormai ampiamente superato. Quando ha giocato si è reso protagonista fornendo un assist a Kostas per poi timbrare personalmente il cartellino nella funesta sfida contro l’Atalanta. È stato impiegato per 571 minuti accompagnati da due ammonizioni.

Tonelli. Fuori dalla lista Champions e fuori dai piani del mister. Nemmeno un minuto a disposizione per l’ex fedelissimo di Sarri. Stabilmente in panchina ma in odore di addio, saltato per qualche motivo la scorsa estate.

Luperto. L’elemento in più della rosa. Parte dalla “cantera” azzurra per arrivare a dire la sua anche in prima squadra. Gode della piena fiducia di Ancelotti che gli concede qualche minuto nel suo Salento. Poi diverse altre apparizioni, tra cui l’esordio in Champions League alla Red Bull Arena, che formano i complessivi 438 minuti in stagione.

Ghoulam. La nuova stagione non ha ridato il vecchio Faouzi. Perennemente in affanno. Gli infortuni non gli danno tregua e la sua rinuncia alla nazionale non ha sortito gli effetti sperati. Il suo “sali-scendi” sulla fascia e i suoi cross arcuati sono un lontano ricordo. Il bilancio è di appena 500 minuti, collezionati tutti in campionato, costellati da due gialli.

Mario Rui. Da possibile partente a titolare della fascia sinistra o almeno sulla carta. Infatti alla vigilia del campionato sembrava dovesse costituire la catena di sinistra. La realtà però è ben diversa. La sua presenza è altalenante, sostituito spesso da Luperto o addirittura dall’adattato Di Lorenzo. Il bottino non è troppo ricco: 553 minuti giocati, gli ultimi 90 contro la Roma all’Olimpico.

Hysaj. L’inizio di campionato è condizionato da alcuni problemi che lo tengono lontano dal terreno di gioco. Quando ritorna, nella sfida contro il Toro, spaventa tutti con una spaventosa caduta dopo un contatto con Ansaldi. Il referto medico recita frattura parcellare dello sterno, che si traduce in un nuovo stop per l’albanese. Rientra per il match interno contro il Genoa, nel quale collezione 84 minuti prima di lasciare il posto a Luperto. Il suo minutaggio è scarno: solo 138 i minuti in stagione e tutti collezionati nei confini italiani.

Malcuit. L’infortunio nel ritiro di Dimaro gli fa saltare la parte finale della preparazione. Utilizzato pochissimo prima della sventurata rottura del legamento contro la Spal. 397 minuti giocati, di cui quasi 150 in Champions dove riesce a fornire anche un assist contro il Salisbrugo.

Di Lorenzo. È la rivelazione della rosa. Arriva in punta di piedi ma dimostra personalità, attenzione e abnegazione alla causa. Il giusto mix che gli consente anche di approdare in Nazionale. Avrebbe giocato tutte le gare se non fosse per la decisione di Ancelotti di tenerlo fuori nella trasferta al “Via Del Mare”. Assist, gol e qualità mista a quantità gli permettono di raccogliere ben 1.350 minuti, conquistando la palma di calciatore con più minuti all’attivo dell’intera rosa.

Allan. La mancata titolarità nella coppa America lo intristisce, poi perde anche la chiamata del c.t. Tite. È l’unico incontrista in rosa quindi imprescindibile, ma non è quello degli scorsi anni. Sembra essere in leggera involuzione, così come tutta la squadra. I minuti in stagione sono 863, in campionato riesce a trovare anche un assist nel deludente pari a Ferrara.

Fábian. La vittoria dell’Europeo Under 21 gli preclude di lavorare al meglio col gruppo. Ma riesce ad essere in ogni caso il faro del centrocampo azzurro. A volte sembra che ci si aspetto troppo da lui, ma ha le qualità giuste per trascinare la squadra. 1.296 minuti nei quali trova un gol e due assist.

Zielinski. Inizio di stagione anonimo se non fosse per l’assist allo “Juventus Stadium” per Lozano. Paga la scarsa lucidità. Ancelotti lo prova anche più arretrato ma non sembra essere a suo agio. Resta comunque uno dei più presenti con 1.207 minuti e all’attivo un solo assist fino ad ora.

Elmas. Lo attendono Slovenia e Polonia sulla strada verso la qualificazione ad Euro 2020. L’inizio è strabiliante: oltre per le qualità tecniche, colpisce per personalità e duttilità nell’utilizzo. Potrebbe essere il titolare del futuro se dovesse mantenere le attese. Fa il suo esordio in quel di Firenze, poi viene schierato nelle successive 3 partite, poi Ancelotti preferisce altri. Il minutaggio ammonta a 361, fino ad ora non comprare il suo nome nella tabella assist e gol, solo due gialli per lui.

Gaetano. Stabilmente con la prima squadra ma mai schierato. Paga il brutto momento della squadra, altrimenti avrebbe potuto beneficiare di qualche spezzone. Viene schierato nella Youth League dove ha siglato due gol in 3 presenze.

Insigne. Se la squadra va male, il primo con i quali i tifosi se la prendono è il capitano. Da aggiungere anche il recente ammutinamento del quale sarebbe stato il maggior esponente. In questo momento è una calamita per i fischi. A dirla tutta la stagione era iniziata anche bene con la spettacolare prestazione del “Franchi”, dove trova due gol e due assist. Si risveglia nella trasferta di Lecce e poi va in naftalina. Viene convocato da Mancini per la doppia sfida con Grecia e Liechtenstein. Con il Napoli colleziona 967 minuti, di cui 182 in Champions dove paga l’esclusione in occasione della trasferta col Genk.

Lozano. “El Chucky” detiene il particolare primato di essere stato sempre sostituito ad eccezione dell’ultima sfida contro il Genoa. L’impatto con il nostro campionato è stato micidiale: è suo il gol che accorcia lo svantaggio contro la Juve. Da quel momento riscontra parecchie difficoltà soprattutto sotto l’aspetto tattico. La luce che illumina il buio è il gol contro il Salisburgo che potrebbe significare un nuovo inizio per l’attaccane messicano. Sono 744 i minuti disputati con la casacca azzurra, ma i due gol e l’unico assist non sono l’apporto che ci si aspettava da un calciatore come lui.

Younes. L’anno scorso riusciva a trovare qualche spazio, venendo preferito ai vari Ounas e Verdi. Quest’anno invece l’arrivo di Lozano e lo costringe alla panchina. Sono una presenza da titolare contro il Verona per il resto piccoli scorci di partita con Sampdoria e Roma. Gioca complessivamente 82 minuti senza incidere in modo consistente.

Leandrinho. È ufficialmente del Napoli ma non è mai stato convocato. È un ectoplasma tra le fila del Napoli. Ne sentiremo parlare a breve perché dovrebbe essere ceduto in Brasile.

Ciciretti. La sua condizione non è affatto accettabile. L’unica presenza è con la formazione Primavera nella sconfitta contro l’Inter. Il futuro sembra essere scritto: la sua prossima squadra potrebbe essere il Bari, nel caso accettasse la destinazione.

Callejón. Il tuttocampista del Napoli non riesce ad emergere dal torpore generale, anche se dalla sua impiega sempre tutto il possibile e non solo. Il minutaggio è consistente a conferma della sua insostituibilità. 1.163 minuti complessivi, di cui 813 in campionato dove ha trovato una sola volta il bersaglio grosso, mentre 4 volte ha assistito i compagni. In Champions invece apre la strada alla vittoria contro i Reds grazie alla conquista del penalty. Ci mette lo zampino anche nella vittoria in Austria contro il Salisburgo.

Milik. Il ragazzo ha una stretta relazione con gli infortuni che non hanno intenzione di lasciarlo in pace. Subisce l’arrivo di Llorente che gli scippa il posto. Poi dalla partita interna col Verona non si ferma più: 5 gol in quattro partite prima di uscire per un affaticamento dall’Olimpico e rifiatare con il Genoa. Risolleva le sorti del Napoli riuscendo a trovare lo specchio con molta precisione offuscando alcuni brutti errori delle scorse stagioni. Malgrado gli stop forzati in campo è presente per oltre 500 minuti. Le migliori cose le fa vedere in Serie A, mentre è ancora a secco in Champions, dove ha giocato solo 90 minuti spalmati tra Genk e Salisburgo.

Mertens. È il marcatore più prolifico della rosa attuale e il secondo nella classifica all time della storia partenopea, a soli 5 gol da Marekiaro Hamsik. Lo score parla da solo: 4 reti in Serie A e un assist in 11 match; mentre 3 gol e un assist in 4 partite di Champions. L’ultimo centro in campionato risale al 29 settembre, poi Dries si inceppa. Non mancano le prestazioni e la qualità che cercano di trascinare i suoi al gol e alla vittoria.

Llorente. Inizia come meglio non si può. In 8 giorni serve l’assist a Mertens nel match interno con la Samp, solo 3 giorni dopo affossa il Liverpool segnando il definitivo 2-0, conclude il tour de force dei sogni con la doppietta al neopromosso Lecce. Conquista il Napoli e i napoletani che finalmente possono affidarsi ad un bomber di razza. Ma è solo un fuoco di paglia perché, dopo la sfida in Salento, partirà una sola volta da titolare non riuscendo ad inanellare prestazioni altrettanto importanti.

Raffaele Galasso

 

fonte della foto: sscnapoli.it
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