Napoli, il dott. Canonico svela i retroscena: “Ecco il perché della maschera di Osimhen o la benda di Anguissa e Kim”

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Il medico sociale del Napoli, dott. Raffaele Canonico, ha rilasciato un’intervista durante la trasmissione radiofonica “Radio Goal”, in onda su Radio Kiss Kiss Napoli: “Il nostro è un lavoro d’equipe, quindi volevo ringraziare tutto il mio staff, che proviene tutto dal nostro territorio. Questa è un’altra bella cosa”.

Sui rapporti con un gruppo internazionale: “Il lavoro parte dal primo giorno, con il primo interscambio di informazioni sulle mie abitudini e le loto metodologie di prevenzione. Il primo ostacolo può essere la lingua, ma con l’inglese abbiamo un approccio diretto. La bravura sta nel non imporre le proprie conoscenze, ma cercare di adattarci e portare i calciatori verso le nostre metodologie. Parliamo di professionisti, quindi loro in primis sono alla ricerca del modo per rendere al meglio”.

Pausa mondiale: “Non è stato difficile da gestire, c’è stato una sorta di reset. Ci siamo rivisti a Castel Volturno e siamo andati in Turchia in un resort eccezionale con delle strutture che nemmeno noi ci aspettavamo. La pausa ci ha permesso di recuperare Rrahmani. Il momento più difficile è stato tenere fuori Osimhen all’andata dei quarti di finale di Champions contro il Milan”.

Sosta delle nazionali: “Dovremmo riposarci perché abbiamo meno giocatori a disposizione, ma io sono sempre sul chi va là. L’anno scorso Olivera si fece male in nazionale a giugno. Poi è un discorso di fortuna: all’ultima sosta ci è girata male perché mentre stavamo recuperando Raspadori, Osimhen è tornato con un problema serio all’adduttore e col Lecce si fece male Simeone. Con molti colleghi delle nazionali riesco ad avere sempre un dialogo e ci sono scambi di programmi. Su alcune nazionali abbiamo ancora difficoltà, ma anche su questo stiamo lavorando e fortunatamente abbiamo un dialogo diretto coi ragazzi”.

Su Tommaso Starace: “Ha un suo booster che è il caffè. Anche prima delle partite o degli allenamenti dà un plus da un punto di vista energico ai ragazzi”

Sulle condizioni di Lozano: “Procede bene, ha avuto un infortunio simile a quello di Demme due anni fa in Trentino o a quello di Olivera lo scorso anno. Abbiamo optato per una terapia conservativa: se tutto va bene lo riavremo in gruppo nel ritiro”.

Sulla mascherina di Osimhen: “Con il chirurgo Tartaro che l’ha operato, concordammo già dall’anno scorso a maggio-giugno che avrebbe potuto giocare senza. Ma non è un discorso di scaramanzia, si sente solo più tranquillo. Quest’anno ha preso molte botte e la mascherina ha fatto il suo lavoro”.

La benda di Anguissa e Kim: “Anguissa un anno e mezzo fa ebbe una microfrattura in nazionale che diagnosticammo successivamente. È una sorta di bendaggio funzionale per proteggere sia la mano che l’articolazione del polso. Stesso discorso per Kim, non è un vezzo, ma ci sono motivazioni cliniche”.

Sul confronto coi calciatori: “A questo livello più o meno tutti vogliono capire, soprattutto nelle problematiche muscolari, qual è l’entità del danno. Gli atleti un po’ più grandi sono quelli che vogliono capire di più. È ovvio che l’atleta di 20-21 anni può passare sopra a qualche fastidio, quelli invece un po’ più maturi, come ad esempio Di Lorenzo che l’anno scorso ha avuto un infortunio serio al ginocchio con un recupero eccezionale, chiedono di più. Col capitano c’era un confronto quotidiano, questo ci dà soddisfazione perché vuol dire che i calciatori sono partecipi”.

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