Decreto Crescita, vantaggi fino a 10 anni: ecco come

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Quello del Decreto Crescita e dei suoi benefici fiscali è un tema molto sentito dalle società di calcio italiane, in maniera particolare durante le finestre di mercato. La norma, modificata nel 2019 per inserire all’interno anche gli sportivi professionisti, prevede vantaggi per chi sposta la propria residenza in Italia, con i redditi prodotti in Italia che vengono pesati solo al 50% in termini fiscali.

Una condizione che – a parità di stipendio netto tra un calciatore che per esempio milita in Serie A, e uno che gioca in Liga – consente a un club di scontrarsi con uno stipendio lordo decisamente più basso. Un aiuto non da poco per le società, che possono così guadagnare un vantaggio a livello di proposte contrattuali nei confronti dei potenziali nuovi acquisti.

Per poter godere di questi benefici, ci sono tuttavia da considerare delle condizioni da rispettare. Sono tre in particolare i parametri di accesso al regime per i lavoratori “impatriati”:

  • l’essere stati residenti all’estero nei due periodi d’imposta precedenti il trasferimento in Italia;
  • l’obbligo di permanenza in Italia per due anni a seguito del trasferimento di residenza;
  • lo svolgimento dell’attività lavorativa prevalentemente nel territorio italiano.

Decreto Crescita, i vantaggi fiscali e la durata

La legge, di base, prevede che i vantaggi fiscali vengano applicati per un massimo di cinque periodi di imposta. Tuttavia, all’interno del testo viene specificato che esiste la possibilità di prolungare la durata per ulteriori cinque anni, arrivando ad un massimo di dieci anni.

 

Decreto Crescita, per i calciatori vantaggi fino a 10 anni: ecco come | Calcio e Finanza

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