Napoli, lo Scudetto “anema e core”

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Dopo la lunga notte dei festeggiamenti, Napoli si è svegliata con la consapevolezza di un traguardo raggiunto in maniera sorprendente quanto inaspettato.

Un cammino cominciato l’estate scorsa, dopo un mesto decimo posto e fuori dalle competizioni europee dopo 14 anni consecutivi, con un debutto in campo terrificante, una sonora sconfitta a Verona e tanti interrogativi su un mercato ancora in divenire. L’inizio di una galoppata avvincente e quasi passata inosservata ai più, tifosi compresi, che riportava alla dura realtà con l’eliminazione precoce in Coppa Italia, per mano della Lazio, e con la partenza, non tanto inaspettata ma improvvisa, della stella Kvaratskhelia e sostituto, a mero riempimento dell’armadietto lasciato vuoto, dalla meteora Okafor. Ma nel firmamento azzurro iniziava a brillare un altro astro folgorante, un’asteroide lasciato sfuggire da Manchester, sponda United, come esubero ingombrante, Scott McTominay uno scozzese sconosciuto agli addetti ai lavori chiamato a “sostituire” il mancato acquisto del bravo Brescianini, soffiato dall’Atalanta durante le visite mediche.

Una stagione a fasi alterne, con vette altissime di entusiasmo e discese emotive senza appiglio che hanno messo a serio rischio i neuroni, e non solo, dei tanti tifosi azzurri. Punto dopo punto, crocette dopo crocette, gli azzurri di Conte sono rimasti lì per 22 giornate in testa alla classifica (contro le 6 dei nerazzurri) legittimando senza se e senza ma quanto il gruppo portava a compimento. Nella sua ultima conferenza stampa, speriamo, di questa stagione mister Conte rimandava a dopo la gara con il Cagliari il giudizio se la stagione del Napoli era “solo” ottima o superlativa. Ma lui, mister Conte, ha saputo ricostruire una squadra, un’identità, una mentalità. Ha portato il Napoli oltre i limiti, oltre le paure, oltre le scuse. La vittoria finale ha consegnato alla storia calcistica una squadra vincitrice e vincente che gli altri potranno solo ammirare e leggere.

Una stagione superlativa, una stagione da 110 e lode ma che ha fatto scattare il plauso della commissione (internazionale) ed il bacio del Presidente (ADL) che oggi festeggia i suoi 76 anni. Quale regalo migliore per sè e tutta la marea di tifosi sparsi per il Mondo. L’interrogativo ora è quale altro obiettivo ha in serbo questo “giovanotto” sempre fuori dal coro, sopra le righe, così visionario e lungimirante, a volte dispotico, irriverente, anche inopportuno ma sempre efficace e concreto, per continuare a crescere e sognare.

Dopo il primo scudetto di Diego, ed il secondo quello della magia di Napoli, il terzo quello della bellezza di Spalletti, questo appena vinto è sicuramente lo scudetto “anema e core” di un Napoli che ha sofferto, ma che ha voluto e conquistato all’ultima curva. Un inno alla passione, alla fede, alla bellezza di credere sempre. Anche quando sembrava tutto difficile, impossibile. Il Napoli ci ha insegnato che i sogni, se coltivati con cuore e sacrificio, diventano realtà. Napoli è campione. Napoli è leggenda.

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